RIUNIFICAZIONE
TERZO REICH
ANNO ZERO
WEIMAR
Oggi: modernità e memoria

Berlino fino a trent’anni fa era tagliata dal famigerato muro, oggi è una capitale europea unificata e piena di vita. La Berlino odierna è anche una destinazione turistica, e ciò che resta del muro è sicuramente una della attrazioni che più incuriosisce.

A proposito della riunificazione della Germania fu pronunciata una frase che rappresentava perfettamente ciò che sarebbe successo negli anni successivi: "Cresce insieme ciò che si appartiene". Berlino è ormai una città unica e unita, ma, se nell’architettura sono quasi sparite le differenze tra est e ovest, in altri ambiti esse ancora si percepiscono: l’occupazione, la demografia e i redditi rendono ancora oggi Berlino ovest più prospera.

Subito dopo la caduta del Muro la parte est era ancora autentica ed è stato così per tutti gli anni Novanta, fino alla ricostruzione. Dopo la riunificazione i tedeschi intraprendono una doppia integrazione: la prima interna, che ambiva al recupero e rilancio economico delle regioni, e la seconda europea, che portò alla firma di diversi trattati di pace.

Oggi si parla di “muro mentale”, un fenomeno che colpisce specialmente i nati intorno al 1989 che, pur non avendo ricordi della Berlino divisa, ne hanno sentito racconti e ne sentono l’eredità.

i luoghi

Foto del Memoriale degli Omosessuali: nell’immagine è rappresentato uno schermo incastonato in un incavo di una parete; lo schermo proietta immagini evocative sull’omosessualità e davanti ad esso si trovano alcuni fiori bianchi e una candela rossa.

Memoriale per gli omosessuali assassinati

Il memoriale, progettato dagli artisti Elmgreen & Dragset, consiste in un cuboide di cemento alto 3,6 metri e largo 1,9 metri, sul cui lato frontale si apre una finestra nella quale è possibile vedere un breve video di due uomini che si baciano. Sul monumento si trova una targa commemorativa in lingua inglese e tedesca che ricorda anche il perdurare delle persecuzioni degli omosessuali nella Repubblica federale e nella DDR.

Memoriale dei Sinti e dei Rom

Foto del Memoriale dedicato a Sinti e Rom: nell’immagine è presente in primo piano uno specchio d’acqua caratterizzato da una pietra triangolare posta al centro; sull’acqua si vede il riflesso del Reichstag e intorno al monumento troviamo un pavimento irregolare formato da mattonelle in rilievo. A sud del Reichstag nell'ottobre 2012 è stato eretto un monumento per commemorare i Sinti e i Rom assassinati in Europa durante il genocidio nazionalsocialista, o Porajmos. Circa 500.000 Sinti e Roma sono stati perseguitati e uccisi sotto il nazismo. Il monumento dell'artista Dani Karavan è costituito da un bacino d'acqua rotondo con una stele di pietra triangolare al centro, la cui forma si riferisce al fatto che tutti i prigionieri dei nazisti erano identificati con triangoli di colore diverso sui vestiti. Il fiore sulla stele è il simbolo della vita e serve a ricordare i Sinti e i Rom uccisi. Quando il fiore appassisce, affonda sulla stele nella profondità del pozzo. Un nuovo fiore fresco sale dall'acqua. Le parole della poesia "Auschwitz" del rom italiano Santino Spinello sono scritte attorno al bordo della vasca, in inglese, tedesco e romeno: "Volto affondato/ occhi spenti/ labbra fredde/ silenzio/ un cuore lacerato/ senza respiro/ senza parole/ senza lacrime".

Credits
Immagini gentilmente concesse da Niccolò Fontana

Foto del Memoriale delle vittime dell’olocausto: nell’immagine vediamo tanti blocchi in cemento differenti in altezza posti in file parallele; sullo sfondo una fila di alberi che viene attraversata da un fascio di luce calda che crea un riflesso sulla superficie dei blocchi

Un labirinto di cemento dedicato all'Olocausto diventato uno dei simboli di Berlino e del suo bisogno di ricordare le atrocità del nazismo.

Foto del Memoriale delle vittime dell’Olocausto: è una foto in bianco e nero in cui due persone attraversano i corridoi che separano i blocchi del memoriale. Dall'esterno appare come una griglia molto precisa nelle forme: un rettangolo di 19mila metri quadrati suddiviso al suo interno da 2711 blocchi di cemento, le cosiddette stele, posti ad identica distanza gli uni dagli altri. Ciò che cambia è la loro altezza, come si accorge chiunque voglia entrare all'interno del monumento. 

Il Memoriale per gli ebrei assassinati d'Europa ha infatti una caratteristica molto particolare: il terreno su cui è posato è un continuo saliscendi che riesce a fare perdere ogni punto di riferimento a chi passeggia tra i blocchi. L'obiettivo è ricreare una sensazione di spaesamento, come quella che caratterizzò tutti gli ebrei che si ritrovarono a vivere una tragedia inimmaginabile, tuttora impossiblie da descrivere a parole.

Il Memoriale si trova dove, indicativamente, si sarebbe trovato il bunker in cui Hitler si suicidò il 30 aprile 1945. Proprio lì sotto si trovano diverse sale per un totale di 800 metri quadrati con informazioni sulle vittime e i luoghi dell'atrocità.

Credits
Foto del Memoriale di Maria Teneva, via Unsplash
Fotografia del meoriale in scala di grigi di Alessio Maffeis, via Unsplash

Foto del Parlamento tedesco: sul retro la  sua cupola in acciaio e vetro; la facciata in stile neoclassico si contrappone all’innovativa cupola che si intravede

Dopo l’incendio del 27 febbraio 1933, per circa sessant’anni il Reichstag, ormai distrutto, non fu più la sede del Parlamento tedesco. Venne accusato dell’accaduto il comunista olandese Van Der Lubbe e fu condannato a morte; presto sorsero dubbi sulla sua colpevolezza, ma solamente nel 2007 fu provata la sua innocenza.

Il vero colpevole, quindi, non fu mai identificato e su questo argomento nacquero molte teorie. La principale sostiene che il ministro nazista e presidente del Reichstag, Hermann Göring, abbia dato ordine di appiccare l’incendio; ciò avrebbe giovato ai nazisti che erano appena andati al potere. Hitler, incolpando i comunisti e dichiarando lo stato di emergenza, sospese gran parte dei diritti civili (sanciti dalla Costituzione del 1919); per questo i membri dell’opposizione furono incarcerati e i nazisti ottennero la maggioranza, garantendo a Hitler il potere assoluto. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, Bonn prese il posto di Berlino come capitale e il Reichstag non venne usato per il suo scopo originale fino al 1990; dopodiché tornò ad essere sede del Parlamento di una Germania unita.

Foto della cupola del Parlamento: si vede l’interno della struttura con i corridoi che salgono progressivamente; le pareti sono di vetro e acciaio. Originariamente, il Parlamento tedesco aveva una struttura molto complessa. C’era un avancorpo che sorreggeva un timpano classico sotto il quale si trovava il maestoso ingresso, a cui si accedeva grazie ad un'alta scalinata che elevava la struttura verso l’alto. Questa entrata venne criticata molto perché era rivolta verso Ovest e dava le spalle al Palazzo Imperiale.

Il Reichstag era diviso in quattro ali separate da due giardini interni che contornavano il salone dove si svolgevano le sedute plenarie. L’edificio era sormontato da una cupolain vetro e acciaio che purtroppo venne distrutta dall’incendio e i cui resti vennero ulteriormente demoliti dai bombardamenti che colpirono Berlino durante la Seconda guerra mondiale. Il Reichstag fu parzialmente ricostruito negli anni ’60, ma la cupola era esclusa dal progetto; solo negli anni ’90 i lavori di restauro inclusero l’intero palazzo e la cupola.

Si cercò di riprodurre la vecchia struttura ma in maniera più moderna. La cupola venne edificata intorno ad un cono centrale anche noto come “light sculptor” ed è considerata una grandissima innovazione perché è in grado di riflettere e ottimizzare la luce naturale e di controllare la penetrazione del calore. Il cono è composto da 360 specchi e da uno schermo mobile: gli specchi servono per assorbire la luce, lo schermo invece segue il percorso del sole e impedisce che il calore della luce diretta penetri la struttura. Essendo fatta in vetro, di notte si riescono a vedere le persone riunite al suo interno

Sul tetto sono sistemati pannelli solari che alimentano il sistema di ventilazione dell’aria. Vengono utilizzate fonti sostenibili, infatti producono la corrente bruciando olio vegetale; per quanto riguarda il calore, si utilizza il bacino d’acqua sottostante la struttura.

Sulla facciata La famosa iscrizione “Dem Deutschen Volke” (al popolo tedesco), un’aggiunta di Peter Behrens del 1916, troneggia ancora sul monumentale ingresso.

Credits
Edificio del Reichstag, durante il giorno, di Yannic Kreß, via Unsplash
Interno del Reichstag, di Ivan Sumlikin, via Unsplash

Foto di Bahnhof Potsdamer Platz: la foto rappresenta l’ingresso illuminato della stazione in un orario serale.

Oggi grattacieli, aziende e nuove attività riempiono la piazza, con la volontà di rendere la zona ancora più verde con più spazio per ciclisti e pedoni. La piazza è di nuovo il luogo di incontro della scena culturale. È una zona d’importanza primaria per gli affari, grazie alle ardite architetture e a un patrimonio immobiliare degno della capitale.È la zona simbolo della nuova Berlino riunificata e della resurrezione della città dopo i drammatici anni della guerra fredda.

Il Sony Centre è uno dei simboli dell’architettura tecnologica della nuova Berlino. Si tratta di un complesso di edifici ad uso residenziale e commerciale affacciati sul Forum, una piazza di forma ovale coperta con uno schermo 3D permanente. La copertura del Forum è anche la caratteristica più famosa del Sony Centre: un’enorme cupola di vetro e acciaio illuminata con luci che cambiano colore nelle diverse ore del giorno, secondo la luce naturale o mediante elettricità, per ottenere effetti spettacolari. All’estremità est del Sony Centre si trova la Bahn Tower, il grattacielo più alto del complesso.

L’altro blocco architettonico simbolo della Potsdamer Platz contemporanea è il DaimlerChrysler Atrium, che oltre a uffici e negozi è dotato di uno spazio pubblico per mostre ed eventi e un bacino artificiale di acqua. Uno degli edifici più interessanti all’interno di questo complesso è la Torre Debis progettata da Renzo Piano, un centro direzionale che conta 22 piani e fa uso di innovative soluzioni all’insegna della sostenibilità.

Credits
Fotografia di Cezar Sampaio, via Unsplash