La Chiesa di San Genesio, situata nell’omonima frazione del comune di Castagneto Po, è un gioiello di storia e architettura situato nel cuore della regione. La sua facciata imponente e il campanile slanciato sono i punti focali, mentre l'interno accoglie affreschi e stucchi che narrano secoli di tradizioni religiose e locali. Ogni anno, la chiesa ospita importanti eventi liturgici e celebrazioni tradizionali, tra cui la festa di San Genesio, che richiama numerosi fedeli e visitatori. Scoprire questa chiesa è un’opportunità per immergersi nella ricca storia e nelle vivaci tradizioni di Castagneto Po.
Costruita tra il 1019 ed il 1150, in stile romanico, sul luogo di una preesistente cappella, per iniziativa dell'abbazia di Fruttuaria di San Benigno Canavese, la chiesa è dedicata a San Genesio, il santo patrono della comunità locale. Le documentazioni storiche attestano la sua esistenza a partire dal 1267, quando fu citata in un atto di compravendita di un terreno che confermava la sua funzione religiosa e il suo ruolo centrale nella vita del villaggio. Fu riedificata nel 1620 in stile barocco e, danneggiata nel 1705, nuovamente ricostruita nel 1716.
Secondo la tradizione, nella chiesa si conservano reliquie di due santi con lo stesso nome: San Genesio, di professione scrittore, martire nel 303 sotto Diocleziano, patrono dei notai, e un altro Genesio comico e attore alla corte di Diocleziano, patrono degli attori. Molto probabilmente, anche se sono discordi i pareri circa la sua origine, il nucleo abbaziale esisteva già verso la fine del secolo X e richiamava i pellegrini che percorrevano la sottostante Via Romea.
Intorno al 1900, ci si rese conto che la chiesa non bastava più ai suoi parrocchiani, che meritavano un luogo più dignitoso e più ampio, per contenere anche i pellegrini che giungevano a San Genesio. A San Genesio viveva il Conte Arturo Ceriana che accolse l’invito del parroco e decise di abbattere il corpo centrale dell’edificio e ricostruirlo in forme più ampie. La chiesa viene ultimata pochi anni prima del 1920 e consacrata nel 1921.
Sul territorio di competenza, le due parrocchie, San Genesio e San Pietro, hanno dato luogo a continue controversie. Infatti le due parrocchie avevano territorio comune ed i due parroci celebravano le funzioni principali insieme. Ciò avvenne finchè il 2 marzo 1776 l’Arcivescovo di Torino emise un decreto in cui veniva diviso il territorio delle due parrocchie.
L'architettura della Chiesa di San Genesio è un mix di stili romanico e gotico. La facciata romanica, con la parte centrale più alta delle laterali, è caratterizzata da un elegante portale in pietra, sormontato da una fascia con cinque colonnine che incorniciano una bifora, al di sopra vi sono sei colonnine che reggono archetti paralleli alle due falde del tetto. Sui fianchi archetti, trifore e monofore movimentano la costruzione. All'interno, alcuni affreschi adornano le pareti e le vetrate colorate, restaurate di recente, contribuiscono a creare un'atmosfera di suggestiva spiritualità. La chiesa è a tre navate, di cui la centrale con tre campate alte il doppio delle laterali, con due absidi superstiti romaniche semicircolari, quella maggiore e quella a nord dietro il campanile, costruite in pietra. Sia i pilastri cruciformi che dividono le navate, sia le opere di scultura che adornano la chiesa, risalgono al 1912. Il coro è a pianta rettangolare, coperto da una volta a crociera, separato dal presbiterio da un arcone a tutto sesto. Nella navata a nord è inserito il campanile a base quadrata con paraste angolari che si innalza per sette piani marcati da cornici con archetti pensili.
Alla destra della chiesa, nello stesso piazzale, sorge l’antico Regio Fonte di San Genesio, un piccolo edificio al cui interno si trova la sorgente di un’acqua minerale solforosa con effetti benefici.
La chiesa ha subito numerosi interventi strutturali e restauri, sia dopo la Seconda Guerra Mondiale, durante la quale ha subito un sostanziale danneggiamento, sia nel corso del XX e XXI secolo. I lavori di restauro e di manutenzione sono stati necessari per preservare e consolidare le strutture originali e per garantire la sicurezza e la conservazione dell'edificio. Questi lavori hanno incluso il ripristino degli affreschi e la modernizzazione degli impianti senza compromettere il valore storico e architettonico.
Dell’edificio originario più recente (XII secolo) rimangono il coro e l’abside centrale; di quello più antico, risalente all'XI secolo, rimangono l’abside sinistra con la cripta sottostante ed il campanile, che è la parte più importante e significativa di tutto il complesso.
La chiesa originaria fu in gran parte distrutta nel 1706, durante l’assedio di Chivasso (nel periodo della Guerra per la Successione al trono di Spagna), non dai Francesi, bensì dai Piemontesi, che utilizzarono le macerie per realizzare barricate lungo la collina. La chiesa attuale è il risultato di un rifacimento neoromanico del 1912, finanziato e progettato dal banchiere ed ingegnere Arturo Ceriana, che ampliò le dimensioni della chiesa originaria, con la ricostruzione della facciata e delle pareti laterali, in stile romanico ispirato alle caratteristiche del vecchio campanile. Grazie a Ceriana, che ingaggiò i migliori artisti dell’epoca, all’interno si possono ammirare pittoresche opere, tra cui i dipinti di Stratta, Pollonera e Cavalla, i bassorilievi di Calderini, le sculture di Biscarra e Valente, le ceramiche di Cantagalli e il magnifico crocifisso in cirmolo. È presente una sola decorazione originaria, su un lato della chiesa, ovvero un’unica testa, peraltro poco visibile, raffigurante un animale antropomorfo.