facciata di villa cimena

Villa Cimena

Il territorio di Castagneto Po è stato nel corso del XIX e XX secolo luogo di villeggiatura e relax privilegiato dalla nobiltà e dall'alta borghesia torinese, che vi hanno costruito splendide dimore, riedificando talora edifici preesistenti. Queste residenze rappresentano un patrimonio da tutelare e valorizzare come espressioni esteticamente raffinate di connubio tra architettura, paesaggio e memoria storica.

Nell'ambito del nostro progetto di PCTO ci è stata offerta la preziosa occasione di visitare Villa Cimena, una delle più belle residenze della collina torinese.

In origine la proprietà, appartenente alla famiglia Turinetti di Priero, era destinata esclusivamente agli investimenti agricoli e consisteva in un semplice caseggiato con vigna. La villa venne venduta ai Conti Thaon di Revel nel 1804, che la trasformarono in una grande villa tra il 1830 e il 1850, affidando il progetto di ristrutturazione all’architetto regio Carlo Sada. La facciata fu realizzata in stile palladiano, un'architettura rara in Piemonte, solitamente diffusa solo in Veneto. La sua struttura si distingue per un doppio ordine di colonne ioniche e corinzie. Sul frontone superiore sono raffigurati Apollo, Cerere e Flora, mentre lo stemma di famiglia è caratterizzato dalla figura di un caprone. I giardini furono progettati da Marcellino Roda, che vi introdusse una grande varietà di piante. Il parco comprende un giardino di delizie, prati, una grotta, una torre medievale e un laghetto artificiale, elementi tipici del gusto ottocentesco.

Negli anni '70 del Novecento, la villa fu acquistata da un imprenditore torinese, che vi collocò mobili della sua collezione.

Ad oggi la villa è luogo di eventi che fanno rivivere lo splendore del passato. Grazie all’atmosfera intima e raffinata, la villa è l’ideale per cerimonie e feste. Villa Cimena è stata anche location di set fotografici e cinematografici.

INTERNI: DECORAZIONI E ARREDI

La villa è una tipica residenza di campagna e non presenta ampi saloni da ballo, ma stanze di dimensioni più intime. La sala principale si affaccia sul giardino. Per la realizzazione degli interni furono coinvolti artigiani e maestranze della Casa Savoia, tra cui Piero Isella e Gabriele Capello detto "Il Moncalvo". Gli arredi provengono da diverse parti d’Italia e d’Europa.

Si possono ammirare decorazioni di pregio, come le specchiere genovesi, un orologio raffigurante la leggenda del Ratto delle Sabine, lampade risalenti al primo proprietario, un pavimento "etrusco" realizzato da Gabriele Capello, oggi tutelato dalle Belle Arti, un camino decorato con lo stemma dei Revel, soffitti in stile barocco con tappezzeria azzurra e avorio, un dipinto di Lagrenée raffigurante amorini, un tavolo da biliardo in legno di frutti, dei mobili dell'ebanista Bonzanigo, cassettoni napoleonici e toscani e soffitti decorati con motivi geometrici e schematici.

LE STANZE

Biblioteca

Interamente realizzata in stile Carlo X, la biblioteca attuale non è originale, ma fu realizzata negli anni '70 da Mongiardino. Pur di piccole dimensioni, richiama lo stile post-impero.

Sala da pranzo

In origine questa sala fungeva da galleria, poiché ospitava numerosi ritratti. Dopo l'abbandono da parte della famiglia Revel, il nuovo proprietario la trasformò in sala da pranzo. Tra le decorazioni più significative vi sono i pannelli in carta dipinta di manifattura francese della prima metà del XIX secolo, consolle del Settecento e diversi lampadari decorati con richiami agli astri.

Stanza Verde (o Veneziana)

Questa stanza è detta "veneziana" per via dei mobili settecenteschi provenienti da Venezia. Vi si trovano un quadro di Cignaroli, arazzi francesi, un dipinto raffigurante Onfale ed Ercole: Onfale fa di Ercole il suo schiavo, indossando il mantello e la clava, mentre egli tesse la tela di lei.

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